sabato 27 ottobre 2018

Il ritorno del cameriere oscuro



Questa sera è passata una coppietta: lui abbastanza casual, lei sembrava appena uscita da un matrimonio: vestitino blu con un velo a coprire la scollatura, leggermente più lungo di dietro e tacco alto.

La prima cosa che ho pensato, lo ammetto, è stata: “è questa che c’entra con il posto?”

Ovviamente fra un cagacazzi e l’altro ognuno si è fatto la sua opinione, ma l’idea che il ragazzo le avesse detto che la portava in un posto carino e che lei abbia frainteso era sicuramente la più gettonata.


Non scommetto spesso. Non scommetto mai. Ma se dovessi farlo ora scommetterei sul fatto che stasera lui andrà in bianco.

domenica 7 ottobre 2018

E così si avvicina il mio compleanno.

Cosa c’è di diverso rispetto agli altri anni, a parte che potrò dire di avere diciott’anni per gamba? Il fatto che non ho alcuna voglia di festeggiare.

Siamo seri, la festicciola aveva senso quando eri ragazzino, e allora invitavi altri ragazzini che davanti ai genitori facevano finta di non essere quegli stessi pezzi di merda in formato mignon che ti bullizzavano il novanta per cento del tempo e che per un attimo ti facevano sentire accettato per quello che eri: un botolo secchione ed occhialuto.

Oppure dopo i diciott’anni, quando finalmente l’essere ormai legalmente maggiorenne ti permetteva di affogare nell’alcol il pensiero di essere l’unico nella cricca ancora vergine. E meno male che all’epoca ancora non sapevo che lo sarei rimasto per altri cinque anni, altrimenti avrei cominciato anche a drogarmi.

Boh, se devo essere sincero quest’anno ho un po’ di malinconia.
Non che mi spaventi il fatto di star mantenendo la via così verso i quaranta, ma non posso fare a meno di pensare con nostalgia agli anni passati.

A quando io e i miei degni compari facevamo il verso a Easy Rider sul lungomare coi motorini.

Ai raid dallo zozzone per spararci una ciabatta con salsiccia e peperoni alle quattro di mattina (per la cronaca: non era fame chimica).

Ai puttan tour sulla Colombo a prendere per il culo i trans (anche se sotto sotto ci arrapavano).

Alle aspirazioni di diventare musicisti, fotografi, scrittori, per il puro gusto di guardare in faccia chi ci prendeva per coglioni e mandarli a fanculo con tanto di rincorsa.

Mi guardo adesso e vedo un marito che per quanto sinceramente innamorato della moglie si sente ancora scomodo nei panni del coniugato, assunto a tempo indeterminato in un luogo che vede transitare il peggio dell’umanità è che gli sta causando imbiancamento (quando non caduta) dei capelli, fuoco di Sant’Antonio ed emicrania cronica.

Che cosa ci trovi da festeggiare? 


Oddio: ora che ci penso festeggiare il fatto che nonostante un altro anno di merda sono ancora in piedi a pisciarti con affetto in faccia non sembra tanto male.